Lo Spazio Oltre la Soglia – Oikos
lo spazio
oltre la soglia.
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Opificio #ispirazione #artigianalità #eccellenza
Chi è oikos?
Da questa idea prende vita DoorScape. Un concorso internazionale per l’Architettura d’ingresso scritto a quattro mani da Oikos e Fondazione Querini Stampalia, che verrà avviato nei primi mesi del 2022. Un percorso per stimolare la creatività e portare i progettisti a riflettere sul concetto di ingresso: una terra di mezzo tra dimensioni diverse, un luogo altro.
Ma cos’è Lo Spazio oltre la Soglia? E prima ancora: cos’è la soglia? Da queste domande ci siamo lasciati guidare nella chiacchierata di lunedì 15 novembre, in compagnia di Nicholas Bewick, Donatella Calabi e Matteo Cellini.
Prima di tutto perchè introdurre il dialogo con Monsters & Co? Alessandro Marinello, moderatore della serata, ci da due motivi: per chi non lo sapesse, è un film pieno zeppo di porte; e capovolge il concetto di paradigma: i mostri entrano dalle porte per spaventare i bambini ma sono in realtà i primi ad essere terrorizzati. La porta è vista come il luogo in cui si passa da un mondo all’altro: attraversandola vengono sovvertite le regole.
Donatella Calabi, architetto di formazione ma studiosa di storia della città, ci racconta la soglia a partire da alcuni ricordi personali legati a suo padre, anch’esso architetto. Una volta emigrato in Brasile realizza una serie di case caratterizzate da un’ampia apertura/ingresso che fa comunicare interno ed esterno dell’abitazione, casa e strada. Con gli anni questa dimensione viene persa: alti muri di cinta vengono eretti attorno ai giardini e le ampie porte e vetrate vengono ridotte. La paura ha cambiato il modo di vivere questi spazi. La diffidenza porta a cambiare il modo in cui si decide di delimitare l’ingresso, il rapporto tra dentro e fuori.
Lo stesso paradigma può essere applicato anche alla città. I limiti, le soglie anche fisiche tra i quartieri sono luoghi di demarcazione che permettono o limitano gli scambi tra esterno e interno. Queste considerazioni hanno voluto essere uno stimolo di riflessione per guardare a ogni ingresso come un luogo permeabile.
L'ingresso è una sorta di specchio di Alice: un qualcosa che riflette l'immagine di chi osserva ma in realtà è la porta di accesso a un'altra dimensione.
Nicholas Bewick, architetto britannico in Italia da 36 anni e direttore creativo di AMDL Circle, si domanda: chi fa l’ingresso? L’architetto o l’artigiano? Chi decide cosa deve rappresentare? Storicamente l’ingresso è l’interfaccia tra l’architetto e l’artigiano: il luogo in cui viene mostrata la personalità di chi e cosa sta oltre la porta. Oggi però l’architetto non ha più questo tipo di rapporto con l’artigiano, con le persone che producono lo spazio.
Per Nicholas l’ingresso è il primo riparo da climi freddi e spesso piovosi, il luogo in cui togliere gli stivali e il cappotto. Uno spazio in cui avviene un cambio fisico, di clima, ma anche di sensazioni e comportamenti. Perché superare ogni soglia è entrare in una dimensione altra e implica un adattamento.
Matteo Cellini, designer multimediale dello studio CamerAnebbia, riscrive il concetto di soglia, portando il confine tra mondo digitale e mondo fisico. I suoi sono prodotti digitali che vivono però in uno spazio fisico, reale. Nel suo lavoro Matteo fa in modo che si possano superare porte e confini all’infinito. L’ingresso è sempre qualcosa che è più in là: con lo spazio digitale si cerca di far superare all’osservatore ogni soglia come un esploratore.
L’ingresso è una sorta di specchio di Alice: un qualcosa che riflette l’immagine di chi osserva ma in realtà è la porta di accesso a un’altra dimensione.
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