La Cura – Lares Restauri
Abitare significa
lasciare impronte.
La cura.
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L’altro RAVE
Opificio #restaura #conserva #recupera
Cosa vuol dire avere cura?
Una conversazione che ha messo
al centro Venezia, tra passato e futuro.
Il testimone è stato raccolto da quattro relatori, Mario Massimo Cherido, Antonio Foscari, Marigusta Lazzari e Ezio Micelli, che nell’auditorium della Fondazione hanno sviluppato il secondo momento della mattinata portando avanti il coinvolgimento del pubblico. Una conversazione che ha messo al centro Venezia, tra passato e futuro: tendenze, idee, progetti e interventi per la rigenerazione della città. Si sono incrociate chiavi di lettura diverse, frutto di diverse personalità e professionalità, che hanno saputo intrattenere e informare. Dalla più tecnica presentazione sui materiali lapidei proposta da Mario Massimo Cherido, che, come ci fa notare Ezio Micelli, è certamente un fatto tecnico, ma è talmente innervato di conoscenza e cultura che sarebbe davvero un gesto poco lucido e poco sensato relegarlo alla sola dimensione dello spazio economico e aziendale. Alla riflessione sulla cura di cittadini e visitatori di Marigusta Lazzari, che riconferma l’impegno della Fondazione Querini Stampalia su questo fronte, ricordandoci come Carlo Scarpa con il suo restauro ha creato uno spazio trasparente: la città è dentro la Querini, la Querini è tutt’uno con la città. È aperta a nuove possibilità, a condividere tempo, saperi, esperienze e sguardi su un mondo in continuo cambiamento. Dal ragionamento di Antonio Foscari, che con il passato ripensa al presente, e ci accompagna nella complessità della storia di Venezia. E conclude con una frase che potrebbe diventare manifesto:
Di questa complessità dobbiamo prendere coscienza: gli unici strumenti sostanziali per la gestione di un bene così prezioso sono la conoscenza e l’amore.
Un intreccio di riflessioni attraversate da pensieri comuni: consapevolezza, responsabilità, conoscenza. Temi che sono ritornati nei discorsi di tutti i relatori e che sono rappresentati nei gesti quotidiani e nelle azioni semplici descritti con le parole che hanno aperto la mattinata e chiudono questo racconto:
A quello di Ezio Micelli, che dal presente guarda al futuro. Ci racconta e ci insegna come abitare un luogo, una città, a partire dalla Querini: Lo dico proprio in questa sede, perché questo spazio è pensato da un architetto contemporaneo. Anche gli interventi che abbiamo nelle altre sale, memorabili, straordinari, che Carlo Scarpa ci lascia in eredità, significano proprio come abitare un luogo voglia dire lasciare impronte in questo stesso luogo.
Un intreccio di riflessioni attraversate da pensieri comuni: consapevolezza, responsabilità, conoscenza. Temi che sono ritornati nei discorsi di tutti i relatori e che sono rappresentati nei gesti quotidiani e nelle azioni semplici descritti con le parole che hanno aperto la mattinata e chiudono questo racconto:
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